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giovanna granata
Biblioteche 3.0 nell’era della digital transformation
Nell’era della digital transformation le biblioteche sono diventate vere e proprie piazze virtuali. Questa trasformazione ha rimodulato l’esperienza quotidiana degli utenti nell’ambito delle ricerche bibliografiche e della fruizione dei contenuti e servizi digitali.
Ad essere coinvolti in questo cambiamento epocale sono state non solo le biblioteche ma inoltre i musei, gli archivi, le università e tutte le istituzioni culturali che hanno così abbracciato nuove strategie di comunicazione per i suoi fruitori.
La transizione verso il digitale è stata indotta dalla diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e questo aspetto ha garantito la disponibilità di conoscenze tecniche, sociali e allo stesso tempo l’accesso a banche dati da parte di un pubblico variegato, composto da singoli cittadini, imprese e istituzioni.
Il settore dell’ICT, infatti, ha permesso di sfoltire la raccolta delle informazioni agevolando il passaggio informativo, permettendo di manipolare i contenuti, modificarli e connetterli con informazioni provenienti da fonti diverse. Anche per questo motivo la cultura dell’innovazione oggi coincide con la cultura della gestione della tecnologia e dei dati.
Ne abbiamo parlato con Giovanna Granata, docente dell’Università degli Studi di Cagliari.
Il ruolo delle biblioteche digitali
Le biblioteche pubbliche, accademiche, storiche, scolastiche e di conservazione offrono un canale digitale per consultare documenti ed eventualmente prenderli in prestito gratuitamente. Un servizio possibile grazie alla diffusione delle biblioteche digitali, portali di accesso a contenuti specifici veicolati dalle istituzioni bibliotecarie.
Lo spettro di contenuti offerto è ampio e ogni biblioteca ha le sue specificità. Nel caso delle biblioteche accademiche (in genere accessibili solo da parte degli studenti e dal corpo docente del singolo ateneo, on site o in remoto attraverso “proxy”) è possibile avere accesso a periodici scientifici, monografie accademiche e banche dati professionali di vario genere. Le biblioteche di conservazione invece offrono un accesso alle proprie collezioni storiche digitalizzate. Mentre quelle pubbliche con il maggior numero di utenti offrono accesso a pacchetti di contenuti di interesse più generale come quotidiani e periodici nazionali e internazionali, audiolibri, ebook, musica, film. E infine le biblioteche scolastiche offrono in genere contenuti digitali molto simili a quelli per le biblioteche pubbliche, eventualmente filtrando o selezionando i contenuti per livello scolare.
Un framework digitale
La digital transformation ha quindi contribuito alla creazione di un nuovo framework di riferimento per le biblioteche, grazie al processo complessivo di integrazione delle tecnologie digitali a tutti i livelli organizzativi
In una logica di digital transformation l’attivazione di canali digitali di comunicazione e servizio con gli utenti costituisce un’opportunità (per la biblioteca e per l’utente) che andrebbe sistematizzata in modo da potenziare in ogni occasione i servizi bibliotecari. Infatti, la presenza sistematica dei canali digitali nella comunicazione richiede una riprogettazione del sistema informativo della biblioteca e una formazione sistematica di utenti e bibliotecari all’uso degli strumenti. Le biblioteche in altre parole sono ormai inserite all’interno di un ambiente online, in un mix di analogico e digitale imprescindibile.
L’impatto delle tecnologie
Per affrontare il problema dell’impatto del settore ICT sulla società, ci si potrebbe domandare quale sia il ruolo della biblioteca digitale e soprattutto quale sia l’impatto possibile della biblioteca digitale sulle persone.
La ricerca bibliografica si è spostata dalla sala di lettura della biblioteca alla scrivania della nostra camera, il tutto grazie alla dimensione digitale che ha reso possibile la consultazione di cataloghi, repertori, banche dati e biblioteche digitali. E infatti la ricerca è diventata rapida, molto efficiente e disponibile da qualsiasi postazione informatica collegata a internet e inoltre ottimizzata per essere fruita da dispositivi mobili.
Le biblioteche, nell’era digitale, non costituiscono certamente un punto esclusivo di accesso all’informazione. Smartphone, tablet e pc, corredati di specifiche app, si muovono tutti in questa direzione informativa. Eppure, le biblioteche veicolano l’informazione in maniera dettagliata e approfondita grazie alla consultazione di molteplici fonti.
La consapevolezza che ne deriva riguarda quindi la direzione delle biblioteche verso una trasformazione che sia digitale e transmediale allo stesso tempo, per operare fluidamente tra contenuti digitali e cartacei e valorizzare la vera cifra distintiva delle biblioteche come centri di accesso a informazioni e conoscenze approfondite e aperte ai cittadini nel mondo digitale.
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Maria Chiara Di Guardo – Prorettore all’innovazione e al territorio, Micaela Morelli - Prorettore alla ricerca e Roberta Vanni – Direttore del CESAR raccontano le dinamiche che hanno condotto alla realizzazione di un progetto crossmediale sulla terza missione dell’Università degli Studi di Cagliari.
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