Maria Antonietta De Luca

Ricercatore

Cervelli disconnessi.

La ricerca di Maria Antonietta De Luca

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Articolo del ricercatore

Cervelli "disconnessi": dalle droghe ai disturbi comportamentali. Le dipendenze sospendono la volontà e alterano i processi decisionali.

Le sostanze psicoattive e i disturbi comportamentali interrompono il dialogo che media fra le emozioni e la razionalità. Accade negli individui adulti. Tanto da risvegliare le parti più animalesche e impulsive. E ancor di più nei ragazzi, gli adolescenti. Il cervello, infatti, è l’ultimo organo del corpo a svilupparsi. E le dipendenze potrebbero minare il delicatissimo processo alla base di quella crescita.

Se racconti una storia tutto cambia.

Ascoltiamo Maria Antonietta De Luca

Alcol, fumo, cocaina, eroina e non solo. Un mix di sostanze che generano esperienze sempre più intense per soddisfare quel desiderio incontenibile, il piacere assoluto. Che cosa accomuna chi sviluppa una dipendenza? La sostanza, il comportamento compulsivo e la volontà di autodistruzione, l’incubo di chi non è in grado di valutare le conseguenze delle proprie azioni, annientando la propria vita e quella dei propri cari.

Maria Antonietta De Luca

Insegna Tossicologia del farmaco e delle sostanze d’abuso all’Università degli Studi di Cagliari. Nel cortometraggio è centrale il tema della conoscenza delle basi neurobiologiche delle dipendenze, oggetto di studio nell’attività di ricerca della docente.

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Il dipendente è a tutti gli effetti uno schiavo della sostanza o del comportamento che lo costringe alla compulsività. Chi è affetto da una addiction ormai ha perduto la facoltà di scegliere tra una cosa e l’altra a causa di alcune aree del cervello responsabili del controllo cognitivo, nella zona della corteccia orbito-frontale. Una volta alterate e in maniera irreversibile, le strutture cerebrali sottostanti, legate alle emozioni, si esprimono a briglia sciolta.
E quanto più l’età in cui si è manifestata la dipendenza è precoce, tanto più saranno intaccate le funzioni cognitive, affettive, sociali. E vale la pena sottolineare un dato importante: i danni prodotti dalle dipendenze sono diversi e particolarmente incisivi proprio nei cervelli giovani, in fase di sviluppo. Le sostanze d’abuso e i comportamenti compulsivi danneggiano ogni tipo di cervello. Ma su questo aspetto la comunità scientifica è ormai unanime: i danni provocati nei più giovani sono maggiori.

L’abuso di sostanze nell’adolescente potrebbe generare meccanismi di neuroadattamento diversi da quelli di un organismo che ha già raggiunto la maturazione adulta. In altre parole: chi inizia a fare utilizzo di sostanze da giovane sarà maggiormente esposto all’abuso in altri periodi della vita rispetto a chi inizia ad abusarne in età adulta.

Stimulation of in vivo dopamine transmission and intravenous self-administration in rats and mice by JWH-018, a Spice cannabinoid.

Elsevier 2015

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Neurochemical and Behavioral Profiling in Male and Female Rats of the Psychedelic Agent 25I-NBOMe
Frontiers in Pharmacology 2019

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Native CB1 receptor affinity, intrisic activity and accumbens shell dopamine stimulant properties of third generation SPICE/K2 cannabinoids: BB-22, 5F-PB-22, 5F-AKB-48 and STS-135

Elsevier 2016

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Neurochemical and Behavioral Characterization after Acute and Repeated Exposure to Novel Synthetic Cannabinoid Agonist 5-MDMB-PICA

Brain Sciences 2020

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Sales and Advertising Channels of New Psychoactive Substances (NPS): Internet, Social Networks, and Smartphone Apps

Brain Sciences 2018

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