Perché è importante dedicarsi alla ricerca? È la prima domanda rivolta ai ricercatori dell’Ateneo, coinvolti nel progetto. Fra tutte le domande di rito, la più frequente. E la risposta, diversa solo nella forma, ha esplicitato l’intento comune di ogni ricercatore: rendere il mondo un posto migliore, il più vicino possibile ai progetti, alle simulazioni e alle previsioni della scienza. Allora le smart cities dovranno essere questo in futuro: la realizzazione del miglior modello pensato e testato in via preliminare durante gli studi e ricerche accademiche. The Shifters nella terza puntata racconterà lo slancio che muove la ricerca in questa direzione, dall’idea alla sua realizzazione.
Nuove città per nuovi bisogni
Sono citta intelligenti. Le cosiddette smart cities del futuro. Nonostante alcuni esempi virtuosi siano realtà anche adesso, nel presente. Sistemi avanzati di raccolta dati, analisi delle immagini, dei flussi veicolari e delle persone si integrano nell’architettura di quelle città.
La traduzione è in servizi utili alla comunità per la vita di tutti i giorni e per i programmi a lungo termine. Quelli di risparmio energetico ad esempio. Il progresso scientifico traccia quindi le direttrici di città diverse dalle precedenti, perché immagini di un presente contingente in cui ad essere cambiati sono le esigenze e i bisogni.
Vivere nelle città del futuro ha molti significati, tanti quanti sono i risvolti possibili. Alcuni visibili nel presente e altri ancora in fase di progettazione. I ricercatori fanno questo d’altronde. Si dedicano ad andare oltre il noto. Escono dai confini prestabiliti e pensano fuori dalla scatola, per usare un’espressione attuale. Immaginano quello che non c’è. Oppure a partire da quello che esiste combinano saperi, conoscenze e competenze per creare qualcosa di altrettanto inedito. Come è inedito il nuovo rapporto che l’Università coltiva con il territorio. Per trasferire il sapere dalle aule universitarie alla società e renderlo così fertile, pronto all’uso.
Uomo e robot
Le città del futuro potrebbero essere il luogo di incontro fra uomo e robot. Certi lavori, i più faticosi e manuali, nelle previsioni della ricerca, diventeranno semplici, automatizzati. Saranno macchine intelligenti a svolgerli al posto dell’uomo.
Sofisticati sistemi di intelligenza artificiale interverranno con alte probabilità nelle relazioni umane. Ma questo d’altronde sta già accadendo. La medicina mostra come i robot siano in grado di agevolare la comunicazione. E ricerche volte alla divulgazione scientifica spiegano quanto il rapporto fra umano e robot sia un veicolo di informazioni complesse.
Dispositivi di lettura dei parametri vitali si confonderanno all’interno degli indumenti che indosseremo. E poi il futuro guarderà di nuovo al passato. Userà vecchi materiali, di epoche precedenti, maggiormente ecosostenibili, come terra acqua e paglia per la costruzione di edifici. Nell’ottica di un’economia rispettosa dell’ambiente e del lavoro, l’uomo andrà alla ricerca di materiali di riuso, gli scarti degli scarti.
La tecnologia in futuro, e più di oggi, sarà anche una chiave di lettura dei fenomeni che nascono e vivono sul web. Digitale, umano e intelligenza artificiale, i grandi temi sui i big data si congiungeranno con questioni etiche e giuridiche per esplicitare, come è sempre accaduto nei secoli, i confini del lecito e del non lecito, per ampliarli e modificarli rispetto al passato.
Tanti modi per immaginare il futuro
Non esiste un unico modo per pensare il futuro. Nell’immaginario comune potrebbero essere infiniti E così è stato anche in passato quando scienza, arte e letteratura, precorrendo i tempi, hanno disegnato quello che sarebbe stato anni e secoli dopo. In alcuni casi sono stati modelli predittivi dell’avvenire. In altri casi a tracciare il futuro è stato un errore. La ricerca che procedeva verso una direzione, arrestandosi, arrivava infine alla conclusione che quella strada riguardasse altro e non quello che si cercava all’inizio.
La scienza è ricca di questi e altri fenomeni, dovuti alla serendipity degli eventi, fortuiti ma infine dai risvolti fruttuosi. Dovuti per lo più al gioco, alla scommessa o alla semplice curiosità. Come quella dei più grandi inventori e inventrici della storia.
Oggi la ricerca mantiene quella punta di curiosità che anima tutte le nuove scoperte. Ma poi si spinge oltre per rendere plausibile ogni idea maturata e cambiare il mondo rendendolo il più possibile vicino a quello solo immaginato.
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